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Il tuo nome è perpetuato in una lapide marmorea che ricorderà alle future generazioni il tuo impegno insonne nell’apostolato e la tua totale dedizione alla causa e alla missione in una costanza e un coraggio che seppe di eroismo. Sei stato, si, un eroe e il Signore ti avrà gia incoronato combattente imperterrito tra tanti tuoi giovani che ti hanno preceduto nei campi eterni dove né sole brille, né luna…ma ove brilla sola e sempre la gloria di Dio.
 Finalmente!

Finalmente s’è realizzato un sogno che avevo fatto alcuni anni fa quando invitai tutti quegli ex dell’Azione Cattolica a farsi vivi mandando poesie di Don Nicolino composte sia per canto sia per pura divagazione poetica. Quell’invito cadde totalmente nel vuoto.
Nell’estate del 2005 raccolsi parecchie poesie di Don Nicolino ricavate dal programma musicale della nostra Corale e da un malloppo di Blandina, prestatomi per mezzo di Filomena Cascioli.
Quelle poesie le commentai brevemente e le passai a mio nipote Matteo Finelli perché ipotizzasse una pubblicazione.
Questa mia proposta per Matteo fu come una carica elettrica, una specie di terremoto psichico.
Restò folgorato dall’idea e mi disse: - Zio, cercherò, mi adopererò a raccogliere non solo le poesie, ma tutti gli scritti di Don Nicolino. So che ha scritto tante poesie, anche su pezzi di carta sciolti…Andrò dalla nipote Graziuccia per vedere cosa posso fare. –
Dopo oltre un mese mi si presenta e mi annunzia che tra le poesie inedite, quelle trovate tra le sue carte e quelle pubblicate su “L’Eco di Roseto” ( 1949-1952 ) oltre ad articoli vari tanto sul citato mensile, quanto su FORTORE, avremo un altro numero di brani in prosa ed in poesia.
Mi compiacqui sinceramente.
Mi telefonò poi da Foggia e mi disse che aveva già previsto un volume di 7/800 pagine.
Pensai ad un’iperbole, frutto del suo entusiasmo.
Non era un’iperbole. E’ stata una realtà e l’atteso volume, edito con lo sponsorizzazione della benemerita Fondazione Attilio Cascioli di pagine 736, Matteo lo ha intelligentemente intitolato “ LA POESIA IN PROSA”.
Innanzitutto la copertina ci presenta sulla facciata Don Nicolino con due bambinelli per mano sul viale dei Paduli in inverno. C’è tanta neve intorno. Nel retro lui, Don Nicolino, con un gruppo durante una delle tante escursioni campestri.
Cosa dire di Don Nicolino, della sua poesia, della sua musica, del suo apostolato, della sua inesauribile vena poetica e musicale?
La sua instancabile attività ebbe inizio quando era Prefetto degli alunni del Seminario di Lucera. non ancora sacerdote (1953-1936). Me lo disse lui stesso un giorno. Passeggiavamo nel corridoio del Seminario e m’invitò a seguirlo.
Si fermò avanti ad una carcassa di pianoforte, che si reggeva in verticale solo perché appoggiata ad una parete, e secco secco fece: - Su questo pianoforte ho composto la mia prima canzone, Cappuccetto-.
Da nostro Prefetto ci faceva cantare altre sue composizioni poetico-musicali come Padre Pro, Preghiera di Padre Pro, riportata in frammenti perché non la ricordo più.
La sua musica anche se di inspirazione varia come melodia, spesso bellissima, normalmente giocava sulle tonalità di do e sol al tempo 6/8.
Aveva una piccola fisa di sessanta bassi e lassù componeva.
Abbiamo di lui un bellissimo tango “ Nostalgia di Paese” (alla pagina 591), in cui il Paese, il proprio Paese, è preferibile alla città, a qualunque città. Il tempo di 6/8 gli entrò nelle vene quando gli feci sentire a quello stesso pianoforte “Le petit montagnard” di Frontini, una zufolata molto bella di sapore pastoral-montagnardo. Questa melodia la riportò integralmente nell’inno a Pier Giorgio Frassati (alla pagina 586).
Col canto si amalgamano gli animi, si affratellano nell’identità di parole, anche se al ritmo alquanto monotono e noioso della popolare terzina: tapum-tapum.
Il corposo volume edito dalla AG GRAFIC STUDIO di Ortanova (Fg) (1) comprende in massima parte brani di prosa che riguardano gli argomenti più svariati e la parte che tratta della Casa del Giovane, soprattutto della sua storia, è forse la più curata perché Don Nicolino ha voluto dimostrare come è nata l’idea, chi l’ha sostenuta, chi l’ha realizzata. Sona stati i benefattori d’America a sostenere il peso finanziario, col supporto costante di tutti i giovani, del Comitato e suo specialmente.
La storia degli anni ’50 e ’60 del nostro paese è seguita passo passo ma indirettamente, attraverso articoli e riferimenti vari.
Costanti e cordiali i rapporti con i giovani emigrati sparsi sotto ogni latitudine, dall’Australia al Canada.
Delle 736 pagine dell’edizione la poesia occupa solo 187 pagine (445-632) e Matteo mi ha detto che curerà un supplemento perché almeno altre cento poesie ha trovate, che non hanno fatto la loro comparsa nel volume pubblicato.
Il prodotto della cultura dell’intelligenza dei nostri studiosi non deve essere disperso, anzi bisogna valorizzarlo al massimo perché ogni pagina, ogni articolo, ogni poesia è un messaggio e, se viene da un sacerdote, è sempre un messaggio, direttamente o indirettamente, religioso, ossia educativo, morale, formativo, culturale…mirato ad arricchire di lumi sovrannaturali un’anima, avvicinarla il più possibile a Dio, mettere o mantenerla sulla retta via.
Proprio perché il lavoro intellettuale di tanti studiosi rosetani non andasse disperso, sul Comune abbiamo allestito una bibliotechina di soli autori nostrani, non presso la biblioteca comunale, ma sopra, al Comune, e i volumi sono diversi.
Tutto l’apostolato di Don Nicolino ha avuto lo scopo di portare a Dio il più gran numeri di fanciulli e in quest’opera di espansione del regno di Dio ha avuto come fedele collaboratore, saltuariamente, il sottoscritto Don Michele: ciò quando era ammalato.
Ogni sua poesia è un gioiello di spontaneità, di freschezza. Senza artifici stilistici o concettuali, senza astruserie incomprensibili e contorcimenti linguistici. Non è assolutamente un ermetico.
Sentiva poeticamente la vita: sia la gioia che il dolore, sia l’evento lieto che triste, trovavano nel suo animo una risonanza profondamente poetica. Non voglio dir di lui ciò che Ovidio diceva di se stesso: QUIDQUID TEMPTABAM SCRIBERE VERSUS ERAT (tutto ciò che tentavo di scrivere era un verso), però lo si vedeva spesso assorto in contemplazione. Il creato lo affascinava, come lo affascinavano gli occhi innocenti di un bimbo: occhi puri in cui specchiava la grandezza e l’onnipotenza di Dio.
Un frullo d’ala, un fruscio di lucertola, il brillio di una stella nel ruscello, il pianto di un bimbo e la carezza di una mamma, il canto di un carrettiere solitario nel misterioso silenzio della luna piena, il grillo o l’assiolo che animano le notti estive…tutto è stato stimolo al suo estro.
Della sincerità della sua espressione poetica non si può assolutamente dubitare: non arzigogoli stilistici, contorcimenti verbali, non forzature violente e innaturali del lessico come avviene nella poesia strizzata dalle meningi distorte di chi fa poesia a tutti i costi e non sa che dire.
La produzione di Don Nicolino è tutta e sola sostanza, materia del meditare, profondità di pensiero. Le descrizioni sono ridotte al minimo e quando ci sono, esse ti conducono nel profondo delle cose. Il prezioso volume dovrebbe entrare in ogni famiglia, in ogni casa ove respirano polmoni italiani e rosetani, ove pulsa un cuore nato su questi monti o figlio di cuori nati in questa magica valle.
Che questa magnifica edizione presentata in una veste tipografica fresca, giovanile ed invitante, porti la figura e soprattutto e l’insegnamento del nostro grande educatore in ogni famiglia e in quell’ambito sia trasmesso ai figli e ai figli dei figli perché la vita cristiana sia il frutto e la conseguenza della parola di Dio.
Nella poesia per canto il sottofondo di tristezza non si avverte troppo, ma nella produzione puramente espressiva in versi, quel sottofondo è presente pressoché sempre.
L’immatura scomparsa sella madre lo colse all’età di 15 anni traumatizzandolo profondamente: era immaturo per farvi fronte con virilità e forza d’animo. Quel doloroso evento gli stese sul volto un velo di tristezza per una tragedia sempre viva nella sua memoria: il suo volto anche se spesso sorridente celava qualcosa di profondo e di inespresso, ma presente ed operante negli anfratti della psiche.
Sofferenza malcelata e quasi connaturata in quel volto provato dal dolore e dall’amarezza, d’una immatura orfananza di madre e anche di padre, se pensiamo che questi era in America.
Si…per 80 anni le conseguenze di un trauma!
Sintomatico che il suo autore preferito fosse l’indiano R.D. TAGORE.
Se, caro lettore, leggi la poesia in vernacolo a pag. 627: L’ADDIO DELL’EMIGRANTE, anzi se la senti registrata dalla stessa voce dell’autore, capirai qualcosa della sua psiche. E’ una poesia straziante…
E se leggi un’altra piccola lirica a pag. 547 ( Brandelli della vita ) riportata anche manoscritta, troverai qualcosa di sconcertante.
Vivrà ancora per 30 anni.
Quel pianoforte del Seminario, ormai diventato una ingombrante carcassa da rottamare, Matteo Finelli l’ha ottenuto dal Vescovo perché fosse restaurato e restituito alla sua naturale funzione di strumento musicale non solo, ma donato alla Casa del Giovane a ricordo di Don Nicolino e per utilità pastorale.
Caro don Nicolino, vivi in pace! Goditi il premio che il Signore ti ha dato per il dono totale della tua vita all’educazione dei fanciulli.
Noi ti ricordiamo con venerazione. I tuoi incomparabili meriti avanti a Dio avranno già indotto la divina misericordia ad accoglierti nel coro dei beati.
A te, grande e carismatico educatore di fanciulli e giovani, gloria ed onore a te, figura integerrima di ministro di Dio che gai dato tutto stesso per la promozione religiosa ed umana dei nostri ragazzi sia nella vecchia sede di Via Sottosanti, sia nella nuova alla Casa del Giovane in Villa Frassati.
Il tuo nome è perpetuato in una lapide marmorea che ricorderà alle future generazioni il tuo impegno insonne nell’apostolato e la tua totale dedizione alla causa e alla missione in una costanza e un coraggio che seppe di eroismo. Sei stato, si, un eroe e il Signore ti avrà gia incoronato combattente imperterrito tra tanti tuoi giovani che ti hanno preceduto nei campi eterni dove né sole brille, né luna…ma ove brilla sola e sempre la gloria di Dio.

(1) Il volume dal titolo LA POESIA IN PROSA di don Nicolino De Renzis, edito nel mese di luglio 2006, è a disposizione presso la sede della Fondazione Attilio Cascioli in Piazza Bartolomeo III di Capua , oppure presso lo Studio Commerciale del prof. Enrico Monaco in Via Piazza Vecchia, 3.
Non ha prezzo di copertina e si consegna dietro il versamento di una somma a piacere.

Prof. Don Michele Marcantonio

(dalla rivista Fortore – Anno XV - Settembre/Dicembre 2006 n. 42 )

 

 

 

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